Dopo aver ascoltato la conferenza stampa del Procuratore Generale della Repubblica (massimo carico di magistrato in Messico ndr) ci è chiaro che le gravi violazioni ai diritti umani commesse contro gli studenti della Scuola Normale di Ayotzinapa non avranno, come finora è sempre stato, il trattamento che richiede la gravità e la grandezza di eventi così riprovevoli.
La conferenza più che informare è stata parte di un meccanismo di impunità il cui obiettivo è interrompere la mobilitazione della società civile indignata da questo crimine di Stato. Questa conferenza non ha mai avuto l’obiettivo di darci giustizia o verità, il suo obiettivo era chiaro: generare due sentimenti: tristezza e impotenza. Sentimenti questi che cercano di generare immobilismo in noi che siamo usciti in strada a chiedere che i desaparecidos ci siano restituiti vivi.
Lo Stato dice che gli studenti sono “desaparecidos fino a quando non si abbia una conferma scientifica del fatto,” però compie una narrazione per assicurarci che sono stati uccisi atrocemente, gioca con l’informazione, con le immagini e le testimonianze di individui visibilmente torturati (i poliziotti arrestati per l’accaduto ndr) per convincerci di un fatto che nega pochi secondi dopo e che perdipiù, come dicono i familiari, è esso stesso una tortura.
In risposta alle domande dei giornalisti si nega che il caso Ayotzinapa sia un crimine di Stato. Il lavoro di documentazione di violazioni ai diritti umani che realizza la nostra organizzazione e per la quale abbiamo ricevuto negli anni 13 minacce di morte non solo ci permette di affermare che invece sì, è un crimine di Stato, ma pure che obbedisce ad una strategia di Terrorismo di Stato.
Dalle le parole di giuristi internazionali che hanno partecipato all’udienza iniziale del Tribunale Permanente dei Popoli, capitolo Messico, emerge che già prima dei fatti di Iguala si manifestavano atti propri di terrorismo di Stato.
“Il Tribunale considera che molti episodi, di cui c’è stata prova, costituiscono atti di terrorismo di Stato, intendendo con questo una politica di Stato pianificata ed eseguita con la finalità di combattere attraverso mezzi illegali le lotte sociali, paralizzare o distruggere l’opposizione politica o ideologica e annichilare l’opposizione armata con la finalità di giustificare la sospensione delle garanzie costituzionali, l’imposizione di stati di eccezione e la violazione di diritti umani.” [1]http://comitecerezo.org/%5B-%3Ehttp://issuu.com/tppmexico/docs/dictamen_audiencia_general_introduc/22
Queste azioni sono finalizzate a far si che in Messico la popolazione accetti sommessamente e senza resistenza organizzata l’acuirsi delle riforme strutturali che negano i diritti umani della popolazione.
“Nel corso dell’udienza, il Tribunale ha verificato la presenza di un quadro ripetuto di condotte che costituiscono violazioni ai diritti umani, tanto che può affermarsi la esistenza di tratti comuni o modalità di comportamento da parte dello Stato Messicano. In questo senso richiama l’attenzione la ripetizione di determinati delitti, nel quadro generalizzato di impunità, tali sono: gli assassinii, le esecuzioni extragiudiziali, le desapariciones, le torture e trattamenti crudeli disumani o degradanti, stupri e altri abusi sessuali, e la criminalizzazione della protesta sociale.
Queste condotte si reiterano e si intrecciano nei diversi casi analizzati da questo tribunale e configurano un quadro generalizzato e sistematico di violazione dei diritti umani.” [2]
Le riforme strutturali recentemente approvate hanno approfondito di fatto il saccheggio delle ricchezze naturali, danneggiando così i diritti umani di tutta la popolazione messicana, diritti che il Messico è obbligato a garantire, come sono il diritto ad un lavoro degno e ben remunerato, il diritto ad una educazione gratuita, il diritto ad una alimentazione salutare, il diritto alla assistenza sanitaria gratuita e di qualità, il diritto al territorio, e molti altri.
Una caratteristica degli atti di terrorismo di Stato (atti illegali e illegittimi la cui intenzione è, in Messico, mettere il valore della denaro al di sopra di quello della vita) è che, siccome sono giustificati da una ragione di Stato, portano con sé la creazione di meccanismi di impunità per non investigare e per proteggere i responsabili, il caso più evidente è la Commissione Nazionale Diritti Umani, che ha emesso raccomandazioni solo nel 0,02 per cento delle denunce ricevute.
Concludiamo quindi che questa conferenza stampa del Procuratore, a conseguenza di una politica di Stato, è parte di un meccanismo di impunità, finalizzato ad occultare la verità e negare la giustizia nel caso degli studenti della Normale desaparecidos
A seguire, spieghiamo quello che lo Stato non diffonde, non spiega e, se può, nasconde.
Quale sono questi diritti umani delle vittime di violazioni? I diritti umani che lo Stato, con questa conferenza stampa, sta violando sono i seguenti:
Diritto umano alla VERITA’: La ricerca della verità implica un impegno etico con le vittime che consiste nel chiarire le ragioni di tipo economico, politico e sociale delle aggressioni dello Stato, evidenziare la logica repressiva che le ha prodotte, chi ha facilitato e chi ha coperto i crimini, scoprirne la sistematicità, scoprire l’identità, i moventi e i contesti dei crimini, i loro esecutori e beneficiari.
Le vittime, le loro famiglie, i loro cari e la società hanno il diritto a sapere:
- Chi furono i responsabili e i beneficiari del crimine?
- Quando, come perché e dove sono avvenuti i fatti?
- Dove sono i loro familiari? (nel caso di desaparecidos)
- Cosa si è fatto per investigare i fatti e sanzionare i responsabili?
Diritto umano alla GIUSTIZIA: implica che lo Stato.
- Indaghi, giudichi e sanzioni i responsabili materiali, intellettuali, facilitatori e beneficiari dei crimini
- Adotti misuri per garantire l’integrità delle vittime, familiari, rappresentanti, testimoni, operatori giuridici.
Diritto umano alla RIPARAZIONE INTEGRALE: Questo diritto inizia per l’accesso alla Verità e la Giustizia. Implica che la riparazione di tutti i danni e le violazioni che le vittime hanno sofferto, nella misura del possibile.
Riparare significa non solo tentare di dare sollievo alla sofferenza delle persone e delle comunità colpite, ma superare le cause delle violazioni ai diritti umani. In questo senso, la riparazione implica anche una azione sociale permanente che trasformi a lungo termine le condizioni socioeconomiche che hanno reso vittime diversi settori della popolazione.
Solo ci può essere una riparazione integrale dei crimini dello stato se si è data a conoscere pubblicamente la verità sui fatti e se sono stati sanzionati i responsabili dei fatti.
Le Garanzie di non ripetizione, si devono riferire a tutte quelle azioni statali finalizzate a prevenire che avvengano nuovi fatti simili.
Questo diritto solo si può soddisfare pienamente solo con la messa in pratica di meccanismi istituzionali che portino allo smantellamento delle strutture che resero possibile il compimento degli atroci crimini, con l’obiettivo di prevenire che questi si ripetano.
La principale garanzia della non ripetizione è la sanzione dei responsabili perché i fatti non si continuino a compiere.
Diritto umano alla MEMORIA:
La memoria sociale e socializzata è l’unica garanzia che i giorni e le notti di terrore non si ripetano. La memoria è il meccanismo idoneo per conservare o ricostruire la storia delle lotte dei popoli e la storia della repressione scatenata dal potere per impedire la determinazione degli stessi.
Da ultimo, vogliamo dirvi che malgrado la tristezza ci invada, il meglio che possiamo fare per recuperare l’allegria della vita è organizzarci e continuare a mobilitarci, non solo per la giustizia nel caso degli studenti di Ayotzinapa, ma per la comparsa di tutti i prigionieri desaparecidos, per la giustizia nel caso di quelli uccisi extragiudizialmente, per la libertà di tutti i prigionieri politici del paese e per trasformare questa società, dove noi tutti messicani possiamo costruire le condizioni materiali necessarie ad avere una vita degna.
8 novembre 2014
Comité Cerezo México
"Por que ser defensor de derechos humanos, no es sinónimo de terrorista"