I. Identità
Il Comitato Cerezo nasce in Messico il 13 agosto del 2001 in seguito all’arresto, la tortura e la detenzione in carceri di massima sicurezza, dei fratelli Alejandro, Héctor e Antonio Cerezo Contreras ; di Pablo Alvarado Flores, e Sergio Galicia Max.
Il Comitato Cerezo inizia come un gruppo di lavoro solidale e volontario formato da Francisco ed Emiliana Cerezo Contreras fratelli e amici dei prigionieri di coscienza. Oggi, ne fanno parte anche vittime di tentato omicidio per motivi politici , tortura , e reclusione illegale ed ingiusta. Il Comitato è formato da 7 donne e 5 uomini.
Il Comitato Cerezo è un’organizzazione che si occupa della difesa dei Diritti Umani dei prigionieri politici, di coscienza e prigionieri ingiustamente associati a motivi politici. Il Comitato promuove uno spazio alternativo con la realizzazione di un proprio progetto autogestito: il Caffè Villa, che è soprattutto uno spazio di espressione delle diverse manifestazioni culturali ( mostre fotografiche e pittoriche realizzate dal carcere, proiezioni di documentari e cinema) e politiche ( riunioni di organizzazioni di diritti umani, sociali e politici).
II.Contesto
A. Diagnosi.
Precedenti
Nel 1999 nasce un movimento studentesco presso l’Università Nazionale Autonoma del Messico (UNAM) e il 20 aprile inizia uno sciopero che si conclude il 6 febbraio del 2000 con l’intervento della Polizia Federale Preventiva (PFP) nel campus universitario e l’arresto di 737 studenti .
Nel 2000, sale al potere il Partito Azione Nazionale (PAN) e di conseguenza termina la permanenza ininterrotta da 70 anni di potere del partito Rivoluzionario Istituzionale (PRI). Questo trionfo provoca alte aspettative di cambi democratici, nonostante la prima azione fatta dalla procura di giustizia fu quella di designare un militare come Procuratore Generale della repubblica (PGR), rinforzare la PFP, un corpo militare che si occupa di questioni di sicurezza pubblica e iniziare una campagna internazionale di ipotetico rispetto dei diritti umani (DH).
Durante il 1999 e il 2000, e fino a prima dell’arresto dei fratelli Alejandro, Héctor e Antonio Cerezo Contreras, Pablo Alvarado Flores e Sergio Galicia Max, il 13 agosto del 2001 , si verificano scomparse , esecuzioni extragiudiziali, tortura e minacce ai danni di diversi operatori sociali
Il 17 ottobre del 2001 viene assassinato il difensore dei diritti umani, la dottoressa Digna Ochoa Plácido , caso rimasto impunito. C’è da sottolineare che la dottoressa Digna Ochoa faceva parte del gruppo dei difensori dei fratelli Cerezo Contreras e di Pablo Alvarado.
La criminalizzazione della protesta sociale e della difesa dei diritti umani aumenta con l’arresto e l’accusa degli operatori sociali per reati di ordine comune o federale, cioè reati che non hanno una connotazione politica nella Costituzione Politica dello Stato messicano. In questo modo lo Stato cerca di convertire la protesta sociale e la difesa dei diritti umani in attività delittuose.
Così facendo si promuove la figura giuridica dell`arraigo che all’inizio del processo giudiziario crea un limbo giuridico di tre mesi per i detenuti, che si può prolungare per un tempo indefinito. Questa situazione limita la possibilità di avere un giusto processo.
Per quanto riguarda la tortura, i reparti repressivi dello Stato si sono specializzati in metodi sofisticati il cui scopo è produrre la stessa o maggiore sofferenza per ottenere dichiarazioni false e confessioni di fatti costitutivi di reato, attenti però a non lasciare la minor traccia possibile sui superstiti della tortura.
I prigionieri di coscienza e politici, in alcuni casi , vengono trasferiti in carceri di massima sicurezza. La giustificazione utilizzata dallo stato messicano consiste nell’indubbia elaborazione di un profilo clinico criminoso di alta pericolosità sociale, che però le autorità penitenziarie non mostrano mai. Questi carceri furono creati per persone condannate, nonostante ciò, ci vengono rinchiusi prigionieri che ancora si trovano sotto processo giudiziario.
In Messico la detenzione dei difensori sociali o dei diritti umani, ha diverse motivazioni secondo lo Stato. Una di queste, è la restrizione alle organizzazioni, come forma per immobilizzarle e disarticolarle; un’altra è l’arresto di ostaggi politici come i familiari dei sovversivi. Questi metodi furono utilizzati durante la guerra di Bassa Intensità o guerra integrale contro i movimenti organizzati perfezionando diverse strategie per disarticolare o paralizzare con il terrore le organizzazioni e i movimenti in resistenza.
B. Riassunto del caso dei fratelli Cerezo
1. Detenzione
L’ 8 agosto del 2001, esplodono tre molotov in tre banche Banamex presenti nel Distretto Federale. Questi atti furono rivendicati dalle forze armate rivoluzionarie del popolo (FARP) con un comunicato ai media.
La procura Generale della Repubblica (PGR) inizia un’indagine contro coloro che risultano responsabili di questi fatti, e, sorprendentemente, annuncia cinque giorni dopo che grazie alle loro “indagini”, i presunti responsabili di tali eventi sono in prigione ( Alejandro, Héctor e Antonio Cerezo Contreras e i complici Pablo Alvarado Flores e Sergio Galicia Max).
I fratelli Cerezo Contreras erano e sono ancora studenti dell’ Università Nazionale Autonoma del Messico (UNAM). Al momento del suo arresto Alejandro Cerezo aveva 19 anni e frequentava la Facoltà di Economia della UNAM e la Facoltà di Sociologia dell’ Università Autonoma Metropolitana (UAM); Héctor Cerezo aveva 22 anni e frequentava la Facoltà di Filosofia della UNAM; Antonio Cerezo invece, aveva 24 anni e anche lui era studente di Filosofia alla UNAM; Pablo Alvarado Flores è un indigeno náhuatl che si occupava di commercio, in fine, Sergio Galicia Max è un falegname. E’ importante sottolineare che tra i fratelli Cerezo e gli altri due non c’è nessuna relazione, così come non c’era una relazione tra i signori Sergio e Pablo.
I fratelli Antonio ed Héctor furono fermati e torturati dall’ Esercito messicano, dal Centro di Investigazione di Sicurezza Nazionale (CISEN) e dalla Procura Generale della Repubblica (PGR) nella loro casa, alle 5:00 del mattino e alle 16:00 del pomeriggio. Alejandro mentre andava a visitare i fratelli fu fermato, torturato psicologicamente e sottoposto a maltrattamenti fisici.
Al momento dell’arresto non si trovava nessun materiale costitutivo di reato. Tuttavia, durante una conferenza stampa e in un bollettino informativo l’Esercito, il CISEN e la PGR, dichiararono di aver trovato tale materiale .
C’è da sottolineare che i fratelli Cerezo vengono a conoscenza di queste informazioni un mese dopo, quando gli viene mostrata la documentazione del caso .
2. Processo giudiziario
Quando il fascicolo di consegna fu mostrato agli accusati , constava delle seguenti accuse: danno di proprietà altrui, trasformazione di congegni; stoccaggio di congegni (esplosivi); terrorismo; violazione della legge federale contro il crimine organizzato; possesso di armi da fuoco di uso esclusivo dell’esercito e delle forze aeree, possessi di proiettili di unso esclusivo dell’esercito e delle forze ,e possesso di proiettili per armi da fuoco per uso privato.
Nell’ordinanza di custodia cautelare sia i fratelli Cerezo che gli altri accusati (Alvarado e Galicia Max) furono assolti dalle accuse per i delitti relazionati alle esplosioni nelle banche: danni a proprietà altrui e manipolazione di congegni ( reati che diedero origine al loro arresto e incarcerazione). Nonostante ciò, la PGR continua a tenerli prigionieri per i reati di terrorismo, violazione della legge federale contro la criminalità organizzata, stoccaggio di congegni, possesso di armi da fuoco, di uso esclusivo dell’esercito e delle forze aeree, e possesso di colpi d’arma da fuoco per uso privato . E’ importante dire che i responsabili dei fatti della banca di Banamex ancora non sono stati individuati, tanto meno arrestati.
Durante la sentenza d’appello emessa nel 2003, furono prosciolti per i reati di terrorismo e possesso di colpi di uso esclusivo dell’esercito e della forza aerea. Però i fratelli Cerezo rimangono condannati a sette anni e mezzo di prigione, cinque per Pablo Alvarado mentre Sergio Galicia Max ottiene la libertà con la sentenza di assoluzione.
3.Irregolarità del caso.
L’arresto arbitrario, la trattenuta illegale, la grande quantità di prove, la criminalizzazione della cultura da parte delle autorità nel convertire libri e materiale scolastico in prove “sovversive”, l’applicazione politica delle leggi, la stesura di profili clinici criminosi, per essere rinchiusi in carceri di massima sicurezza, senza essere stati condannati. L’isolamento e le violazioni continue dei diritti umani in questi penitenziari, così come l’allontanamento per evitare il contatto con i familiari e gli amici, e il fatto concreto che i fratelli Héctor e Antonio Cerezo, e Pablo Alvarado, fin dal loro arresto il 13 agosto del 2001, non potevano essere fotografati, intervistati o ripresi da nessun mezzo di comunicazione o organizzazione nazionale per i Diritti Umani.
4. Stato attuale del caso.
Il primo marzo del 2005 Alejandro Cerezo Contreras fu liberato con una sentenza di assoluzione a tutela diretta. Oggi Alejandro Cerezo è libero, assolto da qualsiasi reato, dopo essere stato accusato e condannato per gli stessi reati dei fratelli. Nonostante la sua giovane età (aveva 19 anni al momento dell’arresto) fu rinchiuso nella prigione di massima sicurezza di La Palma, per tre anni e sei mesi. Questo causò l’abbandono delle due carriere universitarie, lesioni fisiche e psicologiche provocate all’interno del carcere, che fino ad oggi persistono, senza che lo Stato messicano lo indennizzi per questa ingiustizia.
Héctor e Antonio Cerezo Contreras sono condannati a sette anni e mezzo di prigione,
Antonio Alvarado a cinque anni, dato che la sentenza della difesa confermò la sentenza di appello.
5. Accanimento e segnalazioni.
In diversi mezzi di comunicazione a partire dall’arresto e fino ad oggi, è stato diffuso che il Comitato Cerezo ha un vincolo diretto con il gruppo armato conosciuto come PDPR-EPR( Partito Democratico Popolare Rivoluzionario- Esercito Popolare Rivoluzionario).
Il 23 novembre del 2004, si mobilitò un gruppo operativo dell’unità antiterrorista della PFP nella Delegazione Tláhuac, del Distretto Federale, per cercare “il professore” Francisco Cerezo Quiroz che viveva con la sua famiglia lì 18 anni prima.
A causa del lavoro del Comitato Cerezo per la difesa e la denuncia delle violazioni dei diritti umani avvenute a danno dei fratelli Cerezo e a Pablo Alvarado, il Comitato ha ricevuto molteplici minacce di morte , accanimento da parte degli organi di polizia, pedinamenti e vigilanza illegale.
Ciò ha obbligato, al fine di continuare il proprio lavoro, il Comitato a sollecitare l’appoggio delle Brigate Internazionali di Pace (PBI, l’acronimo in inglese) dal 14 febbraio del 2002 fino ad oggi.
La Lega Messicana per la Difesa dei Diritti Umani (LIMEDDH) sollecitò misure cautelari alla Commissione Interamericana dei Diritti Umani (CIDH ), che a sua volta le sollecitò al governo messicano nel gennaio del 2002 per sei mesi.